La dieta aproteica, come si intuisce dal nome, è un regime alimentare che va a ridurre o a eliminare l’apporto di proteine. Non adatta a tutti, a beneficiarne maggiormente sono coloro che vivono quotidianamente con l’insufficienza renale cronica.
Considerare questa tipologia di dieta come una moda per dimagrire è sbagliato, poiché è una vera e propria necessità per chi soffre di nefropatie gravi o condizioni congenite che non consentono di assorbire gli aminoacidi. Se le abitudini alimentari vengono indirizzate verso cibi poveri di proteine, si può limitare l’accumulo di sostanze che i reni malati non riescono a smaltire. Nel prosieguo dell’articolo, spiegheremo come strutturare la dieta aproteica, i rischi a essa connessa e come integrarla tutti i giorni.
Come si struttura una dieta aproteica
Il regime alimentare ipoproteico, pensato per i nefropatici, ha come obiettivo la riduzione dell’apporto proteico giornaliero tra 0.6g/kg e 0.7g/kg per ogni chilogrammo di peso corporeo. Di conseguenza, l’assunzione di proteine ad alto valore biologico è quella più indicata.
Per includere nell’alimentazione questi nutrienti essenziali, basta sostituire il pane e la pasta con gli alimenti aproteici. Reperibili solo in farmacia sotto consiglio medico, mantengono intatta la bontà dal punto di vista culinario senza però compromettere l’equilibrio proteico. Ciò rende più alta la qualità della vita, fornendo ampia scelta tra pasta, biscotti e snack senza proteine.
Ovviamente, andrà ridotto il consumo di sale, fosforo e potassio, evitando di superare i 5 grammi di sale al giorno. Anche l’apporto di liquidi va regolato in modo accurato, bevendo soltanto quando si ha sete.
Il fosforo è un altro elemento che va limitato. Se è presente in quantità eccessiva nel sangue, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. Va anche evitato il consumo eccessivo di latticini e uova, mentre il potassio, presente in alimenti come frutta e verdura, va assunto con molta parsimonia. Andiamo adesso ad affrontare i potenziali rischi legati allo scorretto utilizzo della dieta aproteica.
Potenziali rischi della dieta aproteica
In generale, non ci sono rischi particolari connessi alla dieta aproteica. I rischi, semmai, si manifestano se il regime alimentare è stato pianificato senza il consulto con un dietologo oppure se viene usato per dimagrire.
La malnutrizione è uno dei problemi che si manifestano con un apporto proteico non bilanciato, soprattutto negli anziani, di solito in difficoltà nel seguire fedelmente le prescrizioni del nefrologo. Se si comprende che l’alimentazione diventa parte integrante della terapia, il pericolo di andare in dialisi prima del tempo viene scongiurato. Chiudiamo parlando di integrazione della dieta aproteica nella vita di tutti i giorni.
Integrazione della dieta aproteica nella quotidianità
Anche se può sembrare difficile, integrare la dieta aproteica nella vita quotidiana diventa semplice con la giusta pianificazione. Ovviamente, il nefrologo e il nutrizionista dovranno essere parte integrante nello sviluppo di un piano adatto alle esigenze individuali.
Per fortuna, l’industria alimentare odierna è piena di prodotti aproteici, ognuno adattabile alle tradizioni culinarie. In questo modo, diventa più facile gestire una malattia renale cronica.